mercoledì 30 gennaio 2008
Prime bozze
Dopo il cambiamento di rotta che abbiamo intrapreso in corsa (da quadrato magico ai dadi che moltiplicano gli oggetti) queste sono le prime bozze che ho prodotto per il manifesto. Sono partito prendendo come spunto la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Sinceramente trovo più interessante la seconda immagine, sia come stile di illustrazione che come concept.
Vedremo come proseguiranno i lavori.
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Queste immagini rappresentano una prima ricerca di immagini riguardanti il nostro
Nuovo Oggetto Magico.
I dadi rossi con il punto interrogativo sembrano vogliano domandare alla persona in possesso
Dei dadi magici:”cosa vuoi moltiplicare questa volta?” Inoltre il colore rosso rimanda al gioco d’azzardo.
Nuovo Oggetto Magico.
I dadi rossi con il punto interrogativo sembrano vogliano domandare alla persona in possesso
Dei dadi magici:”cosa vuoi moltiplicare questa volta?” Inoltre il colore rosso rimanda al gioco d’azzardo.
Questi dadi parlano ….sembrano dare una risposta ai dadi visti sopra con il punto interrogativo!
sono divertenti e hanno un aspetto più di un oggetto fatto a mano,
in legno con le scritte scavate dentro e colorate di nero.
Un dado sferico?
Il dado ce lo siamo sempre immaginati di forma cubica e invece può svolgere efficacemente
la sua funzione anche un dado sferico grazie al un peso che si trova all' interno.
sabato 26 gennaio 2008
Un 'dado' non ha necessariamente sei facce... Tra i solidi platonici trovo che uno dei più suggestivi sia l'icosaedro: questo ha anche le dimensioni, il peso ed il colore 'giusti'... peccato che a giudizio del prof sia fin troppo magico! :-|
Questi qui, con i numeri espressi in cifre romane, vorrebbero avere un'aria più antica... ma mi lasciano perplesso. Tra l'altro i numeri figurati ai quali siamo abituati (quelli a pallini) mi ricordano moltissimo il quadrato magico dal quale siamo partiti, quello cinese. Confrontandoli coi precedenti noto che quelli avevano un equilibrio che a questi manca: la somma delle cifre presenti su facce opposte era sempre uguale a sette (1+2+3+4+5+6 = 21) !!!
Ecco! Questi vanno decisamente meglio! :-) Hanno quella bella tinta avorio... I numeri sono scavati nella superficie delle sei facce e non semplicemente stampati. Le tabaccherie mi pare che vendano tutte più o meno gli stessi dadi: a quanto pare Dal Negro la fa da padrone nel settore. Proviamo ad andare in una giocheria, allora! Uno di quei negozi specializzati nella vendita di giochi in scatola, wargames, miniature... cose che si toccano, che si assemblano, si dipingono... come una volta, quando non esisteva ancora la Playstation.
Ricordo che da bambino, quando mio padre andava a prendere le sigarette, mi mettevo a guardare la vetrina della tabaccheria: c'erano un sacco di giochi, con le carte, coi dadi... Non ho mai capito bene perchè dovessero vendere quelle cose in tabaccheria. Stamattina sono tornato nella stessa tabaccheria, a distanza di trent'anni: i giochi erano ancora lì, dadi compresi. Questa coppia di dadi mi sembra che vada bene, sono dei dadi 'classici'... ma c'è qualcosa che non va e non capisco bene cosa sia. Provo ad andare in un'altra tabaccheria!
giovedì 24 gennaio 2008
venerdì 18 gennaio 2008
Quadrato Magico / Applicazioni
Una reinterpretazione contemporanea del quadrato magico si presta a contestualizzazioni diverse, ad ogni scala: dal disegno di un oggetto indossabile (talismano), a quello di un mobile (tavolo),
su su fino alla scala architettonica (il Padiglione della Luce), urbana (la Capitale) e territoriale (l'Impero).
giovedì 17 gennaio 2008
Quadrato Magico
Il quadrato magico è un simbolo antichissimo, che rispecchia l'immagine del cielo sulla quale fu modellato l'Impero Cinese. Attraverso i secoli ed i continenti è stato trascritto e reinterpretato secondo le consuetudini in uso nei tempi e nei luoghi che ne sono stati testimoni, fino a giungere in Europa tramite intermediari arabi ed ebrei, tra il quattordicesimo ed il sedicesimo secolo.
In occidente venne presto liquidato come curiosità matematica.
Sarebbe bello poterlo usare ancora per leggere ed equilibrare la realtà alla maniera in cui lo fecero i cinesi per millenni.
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