domenica 3 febbraio 2008
J. Barnbrook rules.
"We also believe in the power of graphic design to facilitate social change and promote discussion". (Jonathan Barnbrook).
A tal proposito il link qui sotto si riferisce ad una discussione tra lo stesso Barnbrook e Milton Glaser sul ruolo del graphic designer nella società.
http://www.idanda.net/editorial.php?article=133&type=article&pagenum=1
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5 commenti:
Questa immagine di Barnbrook ci porta dritti al cuore della questione quanto lo potrebbe fare una tra le tante vignette di Mr. Fish. Il "mood" di questo genere di vignette è di impronta prettamente statunitense, ovvero critico verso la politica estera di un paese il presidente del quale sostiene di parlare direttamente con Dio. In un contesto diverso (quale il nostro, nel quale si può chiudere tranquillamente la porta in faccia ad un Papa) credo che l'uso delle stesse immagini risulti fuorviante. Questo discorso comunque mi ha suscitato una domanda interessante: il fatto che Bush cerchi di guadagnarsi la stima dell'elettorato ultraconservatore dicendo di parlare con Dio vale di più ad accreditare lui presso le frange più reazionarie della destra o a screditare ulteriormente il Padreterno davanti a tutti gli altri ? A me non va di accreditare la visione teologica di un uomo che a fatica si dimostra in grado di articolare frasi di senso compiuto.
Il fatto che è può risultare fuorviante nel nostro paese perchè l'opinione pubblica non è abituata a questo tipo di provocazioni così esplicite.
Si sa che nel mondo anglosassone (negli Stati Uniti in particolare) c'è molta più libertà e molto meno pseudo-moralismo per questo genere di cose.
Mi spiego meglio: l'equazione proselitismo religioso = imperialismo capitalista vale solo per gli USA (in quanto superpotenza protestante). Non a caso i missionari cattolici è più facile che vengano bollati di simpatie socialiste (Leonardo Boff) o comunque anti-capitaliste (Alex Zanotelli). Quindi il punto non è che da noi "il pubblico non sia abituato a provocazioni così esplicite": il punto è che da noi provocazioni del genere non ci azzeccano proprio.
Ma si tratta comunque di argomenti che ormai hanno una valenza globale.O no?Almeno per la società occidentale; se voglio attraverso un'immagine cercare di smuovere la coscienza della gente lo faccio nel posto in cui vivo.
La valenza -certo- è globale, ma le sensibilità sono locali. Da noi la Chiesa è nell'occhio del ciclone per altre questioni etiche (bio e non). Se non ricordo male proprio nella tua città, una ventina di anni fa, un personaggio molto in vista fu oggetto di accuse infamanti relative al traffico di bambini da paesi del terzo mondo. Questo personaggio, malgrado i gravissimi elementi a carico, si giovò della protezione di un alto prelato locale. Tutto venne insabbiato. Questo è il genere di episodi che dovrebbe ispirare un'incisivo intervento da parte di chi vorrebbe fare della comunicazione 'impegnata'. Ma su questioni quali la guerra e il consumismo la Chiesa non mi pare sia così prona ai signori del capitale come lo sono invece le innumerevoli chiese protestanti d'oltreoceano.
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